Uso medicamentoso dell’Agarico bianco ( Fomes officinalis )di Luigi Giannelli

Si tratta di un fungo, chiamato da Dioscoride “radice” per la sua durezza. Il nome scientifico è Fomes officinalis e ha avuto largo utilizzo nell’antichità. Fino al XIX secolo è stato impiegato, sebbene il nome fosse un altro: Laricifomes officinalis, a sottolineare la sua predilezione per il larice.
Pier Andrea Mattioli, nel XVI compie un’opera monumentale: traduce la “Materia Medica”, ovvero lo studio delle singole droghe di uso medicamentoso, redatta da Dioscoride nel I secolo d.C. Ci sono anche delle composizioni, ma l’esigenza maggiore è quella di spiegare meglio l’attività delle singole droghe. È chiaro che questo, all’epoca, serviva proprio a conoscere le singole droghe, per usarle convenientemente per realizzare i medicamenti composti. Mattioli è un senese, che per non aver problemi in patria, si trasferisce a Trento, e si mette sotto la protezione del suo Arcivescovo, noto sostenitore di studiosi ed intellettuali. Ma Dioscoride? Nasce ad Anazarba, città della Cilicia, attuale Turchia, nel 40 d.C. e vi muore nel 90 d.C. Fu medico e farmacologo, al tempo dell’imperatore Nerone. Fu anche medico militare e in questa veste operò nelle legioni; la sua più importante presenza fu sotto le insegne di Lucilio Basso, durante la Prima Guerra Giudaica; ai tempi il massimo comando militare fu nelle mani di Vespasiano, che alla morte di Nerone, dopo un periodo di “anarchia militare” (in un anno si susseguirono ben tre pseudo-imperatori: Galba, Otone e Vitellio) ne prese il posto. Nerone morì nel 68 d.C., Vespasiano prese il potere nel 69 d.C. Quindi l’Autore viaggiò in Medioriente e può permettersi di giudicare le sciocchezze dette dai suoi contemporanei, che spesso parlavano per sentito dire. Lui, al contrario, vide dal vero molte piante e droghe che provenivano da quelle terre. Da Dioscoride vogliamo trarre una pianta, con la quale inizia il III Libro della “Materia Medica”, infatti la prima pianta di un certo libro era da considerarsi molto importante. Essa è un fungo, chiamato da Dioscoride “radice” per la sua durezza, Fomes officinalis, largamente usato nell’antichità e che è stato usato fino al XIX secolo. Oggi è chiamato Laricifomes officinalis (anche perché era chiamato “fungo del larice),

della famiglia delle Laricifomes e dell’ordine delle Poliporales. Dal ministero della Salute non è stato ancora riconosciuto ed è stato sostituito da Fomes fomentarius “o fungo da esca” usato per accendere il fuoco. Oggi gli viene attribuita una attività atropino-simile (è per questo che non è stato legalizzato) e secondo gli ultimi studi è attivo nell’ipercloridria gastrica, nella sudorazione profusa e nella scialorrea. (l’attivita’ atropino-simile non e’ rilevata nel Fomes Fomentarius)  In questi anni, l’uso di funghi medicamentosi sta entrando di moda, ma i più famosi hanno nomi giapponesi: sono il Maitake, lo Shitake e il Reishi. In epoca pre-industriale era usato come drenante della Flemma (Acqua Organica) perversa. Riporteremo il testo del Mattioli con alcune modifiche per una migliore comprensione. Materia Medica, Libro III, cap. 1° “Se ne trova in due specie, maschio e femmina; il migliore è la femmina che ha dentro a se canalicoli dritti. Il maschio è arrotolato in sé stesso, rotondo e serrato. Ambedue al primo gusto sono dolci, poi un po’ dopo viene fuori l’amaro. Nasce nella zona della Sarmazia che si chiama Agaria (1) […] ma nasce anche in Galatia e in Cilicia (2)”. C’è da aggiungere che cresce anche in Italia. “Ha l’Agarico virtù astringente e Calda. Fa bene nei dolori intestinali, agli Umori non trasformati, alle ulcerazioni, a coloro che cadono dall’alto. Si somministra nella febbre con Acqua Melata e quando non c’è febbre, si dà con Vino Melato al peso di due oboli (poco più di un grammo). Invece se ne dà utilmente  una dracma (tre grammi e mezzo circa) a chi soffre di fegato, ed al blocco biliare, a chi soffre di asma, al mal di reni, alla dissenteria,  e come diuretico; giova anche ai disturbi dell’utero ed a coloro che sono pallidi e senza colore. Si dà ai tubercolotici con Vino passito e a chi ha problemi di milza (3) con Aceto Melato. Si somministra così, puro, senza alcun liquido a chi vomita il cibo per debolezza di stomaco, ed a chi ha eruttazioni acide. Bevuto con acqua al peso di tre oboli (1,5 g circa), astringe gli sputi di sangue. Assunto con Aceto Melato, nello stesso peso, giova nella sciatica, ai dolori articolari ed alle crisi epilettiche. È emmenagogo e giova al meteorismo uterino; somministrato all’inizio, toglie il tremore ed il senso di Freddo, che precedono l’insorgenza delle febbri. Assunto al peso di una dracma (tre grammi e mezzo circa) o anche di due dracme (sette grammi circa) con Acqua Melata, ha azione lassativa/purgante. Assunto nella quantità di una dracma (tre grammi e mezzo) con Vino annacquato, giova negli avvelenamenti. Soccorre energicamente al morso dei serpenti, nella quantità di tre oboli (circa 5 grammi), bevuto con Vino. Insomma l’Agarico conviene a tutte le malattie degli organi interni, somministrato secondo l’età, e le forze delle persone, a chi va dato con Acqua, a chi con Vino, a chi con Aceto Melato, a chi con Acqua Melata (4)”. Il commento di Mattioli E questo è quanto spiega Dioscoride; Mattioli, ovviamente fa sempre seguire un suo commentario, spesso citando altri autori importanti dell’antichità o suoi coevi. Scrive innanzitutto che è un Fungo (cosa che è incerta nella descrizione di Dioscoride), che nasce sugli alberi. L’albero sul quale cresce più volentieri è il larice, ma non il solo. Mattioli sottolinea che nasce eccellentissimo sui Larici del Trentino e che Plinio, nell’8° capitolo del XVI libro della sua Storia Naturale (e Plinio è coevo di Dioscoride, ma non si sono mai conosciuti) e che viene sugli alberi che producono ghiande. Cita poi Galeno, che ne parla nel VI Libro de Le virtù dei semplici medicamenti, sua opera fondamentale, affine a quella di Dioscoride, ma più sintetica e precisa, secondo la Dottrina Umorale. L’agarico secondo Galeno e Mesue Anche Galeno, definisce l’Agarico “radice”. Ecco la sua descrizione:“La radice dell’Agarico, che nasce nel tronco, al primo gusto è dolce, ma successivamente diviene amara, con alquanto di acre e di leggermente astringente. È nella sua sostanza rarefatto, leggero. E perciò è manifesto per tutti questi aspetti che questa droga è composta di sostanza Aerea (Aria), e Terrea (Terra), ma assottigliata dal Calore. C’è pochissima materia Acquea (Acqua). Per questi motivi ha virtù Calda, dissolvente, fluidificante, e aprente in tutte le viscere. Perciò guarisce coloro che sono colpiti dal blocco della cistifellea e dall’ostruzione epatica, e necessitano del drenaggio biliare. Per gli stessi motivi, giova nell’epilessia, ai blocchi mucosi (ad esempio delle vie respiratorie, digestive e genitali, soprattutto), causati dal muco viscoso (Flemma/Acqua perversa). Giova ai morsi ed alle punture degli animali velenosi, che nuocciono con la Freddezza del loro veleno, sia applicato all’esterno sul morso, sia assunto per via orale al peso di una dracma (3,5 g circa), con Vino annacquato. Ha anche la virtù di purgare l’intestino”. Galeno ne scrive anche nel I Libro degli Antidoti, nel quale cita gli aspetti esteriori. Mesue (Yuhanna ibn Masahaui, medico del Califfo di Bagdad, VII secolo d.C.), dice nel suo Libro dei Semplici Solitivi che purga la Bile rossa (surriscaldata e infiammatoria) e la Flemma/ muco densa e viscosa. Pulisce il cervello (organo della Flemma), i nervi, la parte sensitiva, i muscoli, espelle il muco dalla nuca (cervicale). Pulisce l’apparato respiratorio dal muco viscoso e putrescente, ma anche lo stomaco, la milza, i reni, e l’utero, e le articolazioni. Come si capisce, e interrompiamo qui la storia dell’uso medicamentoso dell’Agarico bianco, sono tutti d’accordo, ognuno descrivendone gli effetti secondo la propria cultura. È importante sottolineare che tutti gli Autori citati sono legati alla Dottrina Umorale Ippocratico-Galenica. n Bibliografia Mattioli P.A. Discorsi sulla Materia Medicinale di Pedacio Dioscoride Anarzabeo, Venezia, 1557. (Rist. anastatica BiokymaAnghiari AR ‘93).

Note 1. Sarmazia (e quindi anche l’Agaria) è una zona che si trova tra le attuali Ucraina e Russia meridionale. Abitata dal popolo dei Sarmati. 2. Odierna Turchia. 3. Problemi di milza: la milza, secondo la dottrina umorale governa la struttura ossea, l’apparato emopoietico, la tiroide, l’utero, e la solidità degli organi. 4. I vari liquidi di somministrazione possiedono gradi diversi di Calore: l’Acqua è Fredda, il Vino è Caldo, il Miele che è Caldo, mescolato con Acqua o con Aceto (che è più Freddo dell’Acqua), dà “vettori” a Calore variabile, adatto, di volta in volta secondo la costituzione del malato e le circostanze generali dell’affezione curata.

*articolo pubblicato su Farmacia news -n°11  dicembre 2015.  edizioni Tecniche Nuove Editore

 

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