Sin dall’ Antichità l’ uomo ha curato la sua salute utilizzando come rimedi le erbe spontanee raccolte nell’ ambiente vicino la propria dimora.
Con il passare del tempo le virtù e la tossicità delle piante officinali furono tramandate sia oralmente ( medicina popolare ) specialmente da nonna a nipote, sia trascritte in preziosi libri grazie al lavoro certosino dei monaci ( medicina colta ); in tal modo tutti potevano godere delle loro proprietà mediante i rimedi popolari ( rimedi della nonna ) e i preparati galenici formulati dalle sapienti mani degli Speziali.
Ad oggi, l’ utilizzo delle piante officinali nei loro preparati più semplici come tisana, cataplasma, elettuario etc etc si è ridotto drasticamente per far posto ad un prodotto di facile e veloce consumo e di immediata efficacia dettato dalla frenesia dei tempi moderni, tralasciando così i veri preparati erboristici.
Infatti le tradizionali preparazioni erboristiche, che esaltavano l' efficacia del fitocomplesso che rispecchia l' armonica e naturale proporzione dei costituenti della pianta, vengono piano piano sostituite da prodotti aventi alta titolazione in principio attivo, allontanandosi così dal concetto "tradizionale" sino ad arrivare ad oggi ai dispositivi medici venduti anche in erboristeria.
La figura che ancora oggi preserva l' estinguersi della cultura erboristica è l’ Erborista tradizionale che pratica il suo mestiere con grande impegno sia in campo umano sia in quello professionale.
La custodia di questo grande patrimonio culturale comporta una continua ricerca di testi antichi ( biblioteche, mercatini ) e delle pratiche popolari cadute in disuso (la nuova generazione non é interessata " al vecchio") concentrando in questo mestiere l' arte antica erboristica, un delicato tesoro che può estinguersi ad es. formulazioni tradizionali, pratiche per riconoscere la virtù della pianta fondate sul metodo dell' analogia e della segnatura, fisiognomica etc etc.
Infatti chi esercita questo mestiere non é un semplice commerciante, ma una figura professionale che dispensa consigli erboristici "tagliati su misura" per il cliente, proprio come un sarto, in maniera tale da poter rendere il rimedio unico oppure suggerire di consultare il medico se ritiene opportuno poiché l’ erborista non lo è e non può assumersi certe responsabilità. Così facendo si guadagna la fiducia sia del cliente sia del medico, infatti, capita che possano nascere delle collaborazioni tra l’ esperto delle piante officinali e il medico.
Le virtù di questo antico mestiere sono fondate: sull’ amore e il rispetto della natura che circonda l’ uomo con i suoi ritmi dettati dalle stagioni e del cosmo tramandatoci dalla sapienza antica spesso liquidata spesso come superstizione, sull’ osservazione dei segni del linguaggio non parlato, sull’ ascolto dei piccoli problemi e degli acciacchi della vecchiaia cercando di donare anche un po' di serenità nel suo luogo di lavoro e studio magari seduti rilassandosi grazie agli odori delle piante officinali. Anche questa parentesi di serenità in un mondo nel quale invece l'uomo vive in perenne conflitto con la natura fino a sfruttarla oltre i limiti col rischio di pagarne le conseguenze, può giovare alla salute dell’uomo poiché anch’ esso è natura.
D.ssa Carmela Patania