Decimo ragionamento “LE VIE REINTERATIVE ERBORISTICHE” prima parte del Maestro Simone Iozzi

DIVAGAZIONI ECONSIDERAZIONI PRELIMINARI

Nell’ambito della Fitoterapia Tradizionale Erboristica si è inserita di recente una sostanziale negligenza verso ciò che ne rappresenta l’aspetto più saliente, ossia il rispetto delle fondamentali regole dei suoi procedimenti reintegrativi per il recupero e mantenimento del benessere psicofisico. Per cui una doverosa riflessione verso questo modo di procedere è quanto mai opportuna poiché oggi necessita affrancare la Fitoterapia Tradizionale Erboristica da una Fitoterapia Clinico Farmacologica che vede nella singola molecola attiva, il principale attore della sua attività terapeutica.

Mi sia consentito dissentire da questo approccio poiché è dai suoi intendimenti curativi declinando, per contro, il ricorso ad una metodologia il cui operare è orientato al riallineamento funzionale dei servomeccanismi fisiologici (funzioni organiche), ai quali l’organismo ricorre per assicurarsi il regolare scorrere della vita che fa capo ad una più vasta interpretazione formativa che trae origine da una rivisitazione moderna dell’ Ars curandi che ha implicito il concetto di ricorso alla forza sanante della natura imprescindibilmente messa in relazione ad una figura umana quale rappresentazione della figura umana sostenuta da una ordinata cooperazione tra organi, apparati e sistemi che ne fanno parte.
Descrivere una tradizione scaturita da acquisizioni ricollegabili alla Vis Medicatrix Naturae che rinvia ai diversi capitoli della teoria umorale di ippocratica memoria, la cui differenza consiste oggi nell’interpretare la Physis e l’ Habitus come precedentemente descritti in modo che diversi procedimenti reintegrativi operino coerentemente all’interno dell’assunto sopra descritto.

A tale riguardo dobbiamo ammettere che una rivisitazione sopra il precetto dottrinale ippocratico rimanda necessariamente ad acquisizioni sul sistema vita quale metasistema biologico per cui giova distogliere le tradizionali discussioni e dibattiti recenti e passati le cui differenze si fondano esclusivamente su una dissimile (non contrapposta) interpretazione della corporeità dell’Homo sapiens – sapiens.

Fatta tale premessa, luogo comune oggi come l’odierna ricerca sui vegetali sia una pratica solo ed esclusivamente basata sui principi attivi posseduti dai vegetali, estratti, purificati, standardizzati, cristallizzati, resi stabili, ecc. ovvero all’interno dei canoni propri della Farmacognosia prima e Farmacologica poi, e non più nel rispetto di quel patrimonio che ci è stato commesso dalla comparsa del primo Erbario fino alla testimonianza del Mattioli: che niente abbia più a che vedere con la sua millenaria origine.
Con Pietro Andrea Mattioli, infatti, cessa il rapporto “pianta – uomo” interpretato secondo l’antica e originaria Ars dei semplici

I’interesse ed il ritornare ad una Fitoterapia tradizionale Erboristica significa riappropriarsi dell’attività pervasiva dei fitocomplessi posseduti dai vegetali, riemerge oggi a tutto campo il cui prezzo da pagare però è quello di non ripresentare tal quale l’originario significato. Non più sull’enunciato del Morgagni di organo quale sede e causa morborum indagato per anatomi sistemi
ma come solidale coerenza tra i vari organi, apparati e sistemi nella gestione della salute quale espressione di costante aggiornamento corporeo
In altri termini, ritornare ad una Fitoterapia Tradizionale Erboristica è il ricorrere ai vegetali nella sostanzialità dei loro fitocomplessi in grado di produrre situazioni sfavorevoli all’incidenza di una situazione da stress funzionale a carico di organi, apparati e sistemi al fine di superarli o di adattarvisi.
Per conseguire tale scopo la scelta dei vari fitocomplessi, sul piano dei procedimenti reintegrativi, è in funzione del bisogno in causa: ossia, deve orientarsi nell’ambito dello stress funzionale, ovvero sull’organo implicato quale compensazione fisiologica a mezzo degli effetti pervasivi dei vari fitocomplessi.
Stando ai fatti, oggi dopo la travagliata esperienza che ha contraddistinto la figura professionale dell’erborista (a mio personale giudizio), riemerge a tutto campo un appressamento culturale coerente alla caratterizzazione di riferimento nel prospetto reintegrativo nell’ambito e all’interno di un trattamento integrale dell’individuo commisurato alla predisponente a priori di valore omeostatico sul quale fondare, congiuntamente ai tratti fisiognomici del soggetto (abitudini e tenore di vita, atteggiamento psicologico, ecc) il ricorso alla Fitoterapia Tradizionale Erboristica per un ottimale ritorno che passa da una insufficiente conduzione fisiologica ad una buona condizione fisiologica.

” VIS Naturae ” 26-28 maggio al Monastero della Santa Croce di Fonte Avellana ( PU ).

Erboristi Mediterranei patrocina l’ evento ” VIS Naturae ” ovvero di pratica erboristica e osservazione della natura a cura di Karin Mecozzi Thaleia Natura, Carmela Patania, Augusta D’Andrassi al Monastero della Santa Croce di Fonte Avellana ( PU ).

“Ogni foglia è una pianta intera”, così diceva Johann W. v. Goethe. Mentre la foresta di Fonte Avellana risplende nel verde più bello, è tempo di raccogliere foglie, fusti e fiori di piante medicinali tipiche, catturando la “Vis vitalis naturae”, quasi al culmine. Nel corso indaghiamo sul particolare significato della foglia e la connessione con l’uomo. Osservazioni all’aperto e pratiche di erboristeria invitano alla partecipazione attiva

Orari
Venerdì ore 15.30 – 19.00 / Sabato 9.00 – 12.30 e 15.00 – 18.30, Domenica 9.00 – 10.30 circa. Le lezioni saranno adattate alle condizioni climatiche

Info e contatti:
Karin Mecozzi – t. 349 8383231 – karin.mecozzi@aruba.it

Socio onorario prof.Fernando Pitera’

Giornata speciale per Erboristi Mediterranei il 7 maggio a Roma per consegnare la tessera di socio onorario al prof.Fernando Pitera’che ha aperto la via all’uso corretto dei Gemmoderivati e continua a farlo grazie ai suoi preziosi seminari.

BIOGRAFIA
FERNANDO PITERÀ: Medico chirurgo laureato presso l’Università degli Studi di Genova con il massimo dei voti. Esperto in Omeopatia, Omotossicologia, Fitoterapia, Gemmoterapia e Bioterapie.
Professore a.c. di Medicine Non Convenzionali e Tecniche Complementari presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Milano dal 2000 al 2009.
Professore a.c. di Storia del Pensiero Medico e Biologico presso la Facoltà di Lettere e Filosofia, sezione Epistemologia dell’Università degli Studi di Genova dal 2009 al 2011.
Accademico Tiberino (Roma); Membro del Corpo Accademico e Socio Corrispondente dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria (Roma); Membro (Licenced Associate LFHom) della Faculty of Homeopathy of United Kingdom; Membro onorario dell’ARGH – Associazione Rumena di Gemmoterapia e Homeopatia.
Membro della Commissione per le Medicine Non Convenzionali presso l’Ordine dei Medici
Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Genova dal 2003.
Gli è stato conferito il “Premio Città di Genova” per la Sanità, il prestigioso riconoscimento assegnato dal Comune della città a chi si è distinto per la sua attività professionale a favore di Genova e dei Genovesi.
Ha tenuto numerosi corsi professionali di perfezionamento in seminari universitari e corsi ECM per Medici e Farmacisti in Italia e all’estero. Giornalista iscritto nelle liste speciali dell’Ordine dei Giornalisti di Genova è autore di circa 300 pubblicazioni e articoli in Omeopatia, Fitoterapia, Gemmoterapia, Etnofarmacologia botanica e Storia della Medicina.
Tra i suoi testi ricordiamo:
Compendio di Gemmoterapia Clinica (Ed. De Ferrari, pp. 830, Genova, 1994) tradotto anche all’estero e che vede in Italia la sua sesta edizione (2007);
Medicine Naturali, 12° volume dell’Enciclopedia “Salute” de “Le Grandi Opere del Corriere della Sera” (Ed. RCS Libri S.p.A., pp. 572, Milano, 2006);
I Nosodi di Bach e Paterson, Storia, Materia Medica e Simbologia dei Nosodi intestinali (con L. Cappello, Ed. Nova Scripta, pp. Genova, 2007); Testo di 960 pagine con 103 tavole e 128 illustrazioni a colori; cm. 17×24; copertina cartonata a colori.
Scopriamo L’Omeopatia (con M. Botti, Ed. Nova Scripta, Genova, 2008);
Il Segreto dei Cibi, Allergie e intolleranze, avversioni e desideri. Curiosità alimentari tra storia, simboli e psicosomatica (con L. Cappello e M. Taglietto, Ed. Nova Scripta, Genova, 2009).
Medicine Naturali, 17° volume “Salute per tutti” dell’Enciclopedia Medica della Fondazione Umberto Veronesi de “La Gazzetta dello Sport” (2012);
Prontuario Terapeutico Homeopharm (2012).
Gli Aracnidi in Omeopatia (con Levio Cappello), Ed. Nuova Ipsa, pp. 705, Palermo, 2013.
Gemmoterapia – Fondamenti scientifici e terapeutici della moderna Meristemoterapia (con Marcello Nicoletti) Ed. Nuova Ipsa Palermo 2014 (di imminente pubblicazione).
Nel 1996 ha fondato, con il Prof. Paolo Aldo Rossi, Anthropos & Iatria la Rivista Italiana di Studi e Ricerche sulle Medicine Antropologiche e di Storia delle Medicine di cui è direttore responsabile e saggista.
Vive e lavora a Genova dove esercita la libera professione di medico omeopata e fitoterapeuta in Via G. D. Cassini 5/1 – 16149 Genova.

Nono ragionamento ” Lo stato morboso ” seconda parte, Maestro Simone Iozzi

LA PREDISPONENTE MORBOSA.

L’idea di una predisponente riguardo ogni stato morboso è databile intorno all’epoca della Scuola Ippocratica perfezionata poi, nel corso dei secoli, da molteplici Scuole di pensiero medico, fino a darle una collocazione idonea a definirne i sui contorni patognomici di fondo Ossia fu riconosciuto che ogni stato morboso nasca da un susseguirsi di input stressogeni a fronte della vis medicatrix naturae.
Interpretazione che ha dato luogo oggi a diverse opinioni che optano per stati morbosi consequenziali casualità remote, ovvero da input aspecifici; viceversa imputabili a casualità prossime.
Ciò ha dato adito al tormentato quesito pilatiano su tutta una serie opinioni, spesso in contraddizione tra loro, sull’importanza o no, in ambedue situazioni, di una predisponente a priori spesso è latenti e asintomatici, oppure palese tramite manifestazioni come malesseri indefinibili, debolezza, apatia, senso di stanchezza, ecc, cui può seguire la reazione infiammatoria, la febbre, la sudorazione, le scariche diarroiche, ecc, anticamera spesso di una lunga ed estremamente complicata serie di fenomeni identificabili poi in una patologia vera e propria..

I TRATTI DELLA PREDISPONENTE MORBOSA

Esaminati tramite una interpretazione basata su aspetti oggettivi e soggettivi circa il rapporto tra esteriorità somatiche e predisponente morbosa ricorrendo ai dati forniti nel capitolo sul sostrato di fondo individuale tenendo di conto l’homo sapiens vive in grazia di una norma omeostatica da cui derivano due precetti fondamentali indissolubilmente legati all’oggettività dello stato morboso cui dipende la soggettività di risposta adattiva avverso il processo morboso

Oggettività dello stato morboso:

– l’ereditarietà: quale concomitante situazione che ha o che potrebbe incidere sull’insorgere e sul decorso della stato morboso;

– l’eucrasia: intesa come componente umorale interna;

– la diatesi: come predisposizione verso determinati stati morbosi.

Si parla di diatesi reumatica, allergica, ecc;

– i segni analogici: la coerenza tra abito costituzionale è stato morboso;

– i segni non analogici: la non coerenza tra abito costituzionale e stato morboso;

La soggettività del processo morboso

– il carattere: se occasionale o accidentale, se stazionario o permanente;

– gli aggravanti: rappresentati dal cattivo rapporto con i fattori ambientali esterni;

– gli emuntori di base: quali la defecazione l’escrezione urinaria, la tegumentale e polmonare.