Gli utilizzi cosmetologici dell’incenso

Dott. Alessandro Pagnoni

L’incenso (Boswellia carterii Birdw.) è un alberetto alto al massimo 5m., tipico dell’africa nord- orientale e dell’arabia la cui droga, costituita dalla gommoresina, è raccolta a seguito di incisioni fattte sul tronco, essa si presenta in lacrime tondeggiati e irregolari di colore giallo rossastro, con odore caratteristico e sapore amaro (Maugini, 1994).

Gli utilizzi cosmetologici dell’incenso si perdono nella notte dei tempi, ed anche l’utilizzo nella medicina è profondamente radicato nella storia di tutti i popoli mediorientali; Barkai ne riferisce un utilizzo già nel medioevo per aiutare le donne nel parto, sia per stimolare le contrazioni uterine, sia per favorire la dilatazione naturale; da questo scritto si può intendere come l’incenso sia da diversi secoli considerato un ottimo antidolorifico (Barkai, 1988); questi risultati sono stati confermati da un pool di studiosi statiunitensi i quali attraverso dei test in vitro hanno dimostrato che la gommoresina di Boswellia carterii Birdw. ha un’azione inibente sui neuromediatori del dolore e che quest’azione è dose dipendente (Chevrier et al., 2005). Non vi è stato, tuttavia, solamente un utilizzo medico di questa pianta, ma anche cosmetico fin dai tempi antichi, infatti Luigi Giannelli in un articolo del 2002, citando antichi testi di epoca romana, ci porta a conoscenza di un utilizzo dell’incenso in una serie di formulazioni per la detersione cutanea e negli stati infiammatori della pelle, in queste preparazioni l’incenso era sovente accoppiato con mirra (Commiphora molmol Engl.) e con Gomma Arabica (Acacia senegal Willd.).

Dioscoride e Plinio amavano particolarmente questa pianta attribuendole elevate virtù astringenti, antinfiammatorie e cicatrizzanti, cosa che numerosi studi moderni hanno confermato attribuendo a questa droga una spiccata attività antileucotrienica, attività particolarmente potente contro le elastasi leucocitarie, l’incenso si rivela particolarmente utile in cosmesi dove è indicato per la cura della cellulite, come antinevralgico e come antidolorifico locale; inoltre si è constatato che alcune dermatosi, come la psoriasi, paiono rispondere particolarmente bene all’applicazione di questa droga (Giannelli, 2005) a causa di un’azione simil cortisonica sulle elastasi leucocitarie nel trattamento delle flogosi (Safayhi et al., 1997).

Lawless raccomanda l’utilizzo dell’olio essenziale di incenso, sia come fissativo nei profumi ove si armonizza bene con moltissime altre essenze attenuando, ad esempio, le profumazioni eccessivamente agrumate, sia in dermatologia su macchie cutanee, pelle secca, carnagione matura, cicatrici, ferite e rughe (Lawless, 1992), mentre il Lodi ne cita le virtù antisettiche e cicatrizzanti oltre a prospettarne un utilizzo cosmetico (Lodi, 2001).

Bibliografia

BARKAI R. (1988)

A Medieval Herb Tratise on Obstetrics

Medical History n°33; pagg. 96-119.

CHEVRIER M.R., RYAN A.E., LEE D.Y.W., ZHONGZE M., WU-YAN Z., VIA C.S. (2005)

Boswellia carterii Extract Inhibits TH1 Cytokines and Promotes TH2 Cytokines In Vitro

Clinical and Diagnostic Laboratory Immunology vol.12, n°5; pagg. 575-580.

GIANNELLI L. (2002)

La Cosmesi nel Mondo Antico

L’Erborista n°7; pagg. 100-104.

GIANNELLI L. (2005)

L’Incenso

L’Erborista n°6; pagg. 56-59.

LAWLESS J. (1992)

Enciclopedia degli Oli Essenziali

ed. Tecniche Nuove; pagg. 316.

LODI G. (2001)

Piante Officinali Italiane “Il Nuovo Lodi”

ed. Edagricole; pagg. 859.

MAUGINI E. (1994)

Manuale di Botanica Farmaceutica

7° Edizione Aggiornata

ed. Piccin; pagg. 540.

SAFAYHI H., RALL B., SAILER E.R., AMMON H.P.T. (1997)

Inhibition by Boswellic Acids of Human Leukocyte Elastase

Journal of Pharmacology and Experimental Therapeutics vol. 281 n°1; pagg. 460-463.

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