Il mandorlo prima parte

D.ssa Carmela Patania
Prefazione
Osservando la mia terra sicula dalla macchina, noto che incominciano a intravedersi
le chiome bianche del mandorlo, che somigliano e nuvole, e il mio pensiero si
collega subito all’ arrivo della primavera che con il suo tepore risveglia la natura
assopita: “Ecco, il mandorlo sarà il primo tema che tratterò nella mia rubrica”.
Il mandorlo, pur essendo un piccolo alberello ( max 12m ), è una delle piante più
apprezzate nel mondo antico sia per la sua simbologia sia per il suo utilizzo in
ambito culinario, erboristico e anche casalingo. Quindi ho voluto dividerlo in due
parti: nella prima parte verrà trattata la sua simbologia mentre nella seconda il uso
utilizzo e le sue proprietà nutritive.
Il mandorlo – parte prima
Il Mandorlo (Amygdalus communis L. = Prunus amygdalus Batsch; Prunus dulcis Miller
Fam. Rosaceae ) e’ un alberello originario della Persia. E’ molto diffuso sull’ altopiano
iraniano ove gli uomini incominciarono a coltivarlo cinque o seimila anni fa. Fu introdotto
in Sicilia dalla popolazione greca; i romani lo chiamavano “noce greca” ( frutto chiuso in
un guscio come la noce, gratissimo al gusto), dopodiché si diffuse in Francia, Spagna e
giunse in America nel XVI secolo.
Un esempio archeologico di mandorlo sono i semi trovati nella tomba di Tutankamon in
Egitto (circa 1325 a.C.), probabilmente importati dal Levante.
Il mandorlo è una pianta robusta che si sviluppa su terreni poveri, poco profondi e aridi e
da esso si utilizza quasi tutto: i semi oleaginosi, le foglie come mangime per gli ovini, i
malli e i gusci per la produzione tradizionale di carbonella e le ceneri dei gusci, ricche di
potassio, quale ottimo fertilizzante naturale.
Il seme del mandorlo selvatico contiene il glucoside amigdalina, che si trasforma nel
mortale acido cianidrico, quindi, i semi del mandorlo selvatico venivano arrostiti per
eliminarne la tossicità. Grazie al lavoro di ibridazione e selezioni fatte da antichi
agricoltori si sono ottenute così, varietà di interesse frutticolo: sativa (con seme dolce ed
endocarpo duro; comprende la maggior parte delle specie coltivate), amara (ha seme
amaro per la presenza di amigdalina) e fragilis (con seme dolce ed endocarpo fragile).
Il frutto è simile al cuore al cui interno è possibile trovare due semi – uno dei quali abortito
– contenuti in un endocarpo solcato. L’ amigdala si chiama proprio così per la sua forma
simile alla mandorla.
La capacità di rallegrare il cuore, a vista della sua fioritura precoce durante febbraio,
grazie alla sua chioma bianco-rosacea, è stata interpretata sin dall’ antichità come
simbolo di luce che manifesta la presenza divina, mentre per analogia, la rottura del
guscio per ricavarne il seme, simboleggia la rivelazione dell’ invisibile.
Il mandorlo nel mitologia greca è stato narrato da Pausania. Racconta che Zeus lasciò
cadere sulla terra il suo seme. Trascorso il tempo dovuto, il seme generò un demone
Agdistis dai duplici genitali, maschili e femminili. Gli dèi, che sprezzavano esseri del
genere, incatenarono Agdistis e gli tagliarono i genitali maschili e dal suo sangue nacque
un albero di mandorlo. La pianta attirò l’ attenzione di Nana, una delle figlie del dio-fiume
Sangario, e colse una mandorla e la nascose in seno. Il frutto sparì subito e la ragazza
rimase incinta.
Il nome ebraico del mandorlo – saqed – , derivato da verbo saqad << vigilare, vegliare >>
per la sua precoce fioritura. E’ uno dei primi alberi a fiorire in Israele, di solito all’inizio di
febbraio, in coincidenza con il Tu BiShvat, una festività ebraica chiamata Capodanno
degli alberi.
La mandorla in ebraico si traduce Luz che esprime il nocciolo indistruttibile e il divino dell’
essere, ma anche la luce che manifesta la sua presenza.
Luz è la misteriosa città zaffiro, protetta dal velo del cielo, inaccessibile ai profani e
incontaminata dai cataclismi, si trova al centro del Paradiso terrestre e secondo la
tradizione ebraica, ai piedi del mandorlo si troverebbe la via per accedere in essa, dimora
dell’ immortalità.
Nel cristianesimo la mandorla è Cristo, ciò che lo testimonia è un bassorielievo
medievale nell’ Altare del duca Rachis che raffigura l’ ascenzione di Cristo in Maestà all’
interno di una mandorla sostenuta da quattro angeli. Quindi la mandorla rappresenta il
velo della gloria che avvolge anche la Madonna che è quasi sempre azzurro o stellato,
infatti è noto questo elemento nell’ iconografia medievale come ” mandorla mistica “.
Bibliografia:
Wikipedia: Prunus dulcis
www.agraria.org
“ Storia e leggende degli alberi “ di Jacques Bross
” Le piante nel vangelo: Il mandorlo ” da ” La vita in Cristo e nella Chiesa” – Anno LVII, n°2 – a
cura di Sandro Imperato
” Il velo tra Oriente e Occidente ” di Vittora Alliata Ed. Orientamento – Al Qibla
Wikipedia: Altare del duca Rachis

– Bibliografia a disposizione
– http://www.liberajonianews.it/category/medicina-salute/lerboristeria/
– http://www.taccuinistorici.it/ita/news/contemporanea/dieta—dietetica/La-mandorla-sue-proprieta.html

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